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Wilde, Yeats, Joyce e Beckett: non c'è un filo semplice e continuo a legare questi quattro conterranei e quasi contemporanei autori, ma piuttosto un nodo ingarbugliato, una ragnatela labirintica che Richard Ellmann dipana con acume e rigore, attraverso una prosa amabilmente ironica. Il libro racconta i quattro autori più conosciuti d'Irlanda offrendo nuovi spunti interpretativi, avvalendosi sia dell'esame dei loro testi sia di numerosi aneddoti; esprime i fatti, le situazioni, i luoghi e le sensazioni che definiscono i diversi protagonisti. L'amore di Wilde per il paradosso viene messo in relazione con la sua bisessualità e le opposte tentazioni del cattolicesimo e della massoneria; la fecondità creativa dell'ultimo periodo di Yeats viene ricollegata con l'operazione chirurgica a cui si sottopose per recuperare la potenza virile; apprendiamo che per Joyce il rapporto tra realtà e narrazione era così importante che chiedeva alla moglie Nora Barnacle di tradirlo "per avere qualcosa di cui scrivere". Da questo saggio emerge un ritratto dello spirito irlandese pugnace, vitale, individualista e sfrenatamente multiforme, per il quale vale forse ci ò che lo stesso Wilde diceva dell'arte: "La verità è ciò di cui è vero anche il contrario". Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.