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"Ma il blues, Aspettando il '68", è la storia di Francesco e Federico - anche se è quest'ultimo a spiccare, per la sua centralità, come protagonista intercettati in un momento cruciale della loro esistenza: la fase di passaggio tra giovinezza ed età adulta, con tutti i suoi interrogativi e criticità. Il cardine attorno a cui si sviluppa la storia è senza dubbio la musica: quella suonata dai protagonisti, sassofonista e chitarrista in una band, i Bluestalkers; quella dei grandi musicisti rock e blues degli anni Sessanta, che ha fornito la giusta "educazione" a Francesco e Federico; le sette note vissute in modo tanto permeante da guidare le scelte e influenzare i legami interpersonali. Un dissidio interiore che si riflette nel rapporto con la società e i suoi canoni. Sempre in attesa, ma allo stesso tempo sempre in ritardo, Federico cerca invano una linea guida che possa indicargli la strada da seguire, che sia la religione, o un credo politico, o l'arte, ma invano; da qui l'idealizzazione del Sessantotto, l'attesa di un momento epifanico che apra a nuove consapevolezze, imprimendo al mondo un corso rivoluzionario.
