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Se nel 1990 mi avessero detto che avrei pubblicato una raccolta di "Cronache" intitolata "Il socialismo del futuro", avrei creduto a uno scherzo di cattivo gusto. Dall'alto dei miei diciotto anni, avevo trascorso l'autunno 1989 ad ascoltare alla radio le notizie sul collasso delle dittature comuniste e del "socialismo reale" nell'Est Europa. Ma eccoci qui: trent'anni dopo l'ultracapitalismo ha passato ogni limite e, oggi, ritengo necessario riflettere sia su un nuovo superamento del capitalismo, sia su una nuova forma di socialismo, partecipativo e decentrato, federale e democratico, ecologico, multiculturale e femminista. La storia deciderà se la parola "socialismo" debba considerarsi definitivamente estinta ed essere sostituita. Io penso, per parte mia, che possa essere salvata. Non solo: penso che "socialismo" resti il termine più adatto per significare l'idea di un sistema economico alternativo al capitalismo. In tutti i casi, non è possibile limitarsi a essere "contro" il capitalismo o il neoliberismo: occorre anche e soprattutto essere "pro", favorevoli a qualcos'altro. Il che ci obbliga a individuare con precisione il sistema economico ideale che si desidera adottare, la società ugualitaria che si ha in mente, a prescindere dal nome che alla fine si deciderà di assegnarle. È diventato d'uso corrente dire che il sistema capitalista attuale non ha futuro, poiché accresce le disuguaglianze e annienta il pianeta. Non è scorretto dirlo, salvo che, in assenza di un'alternativa chiaramente espressa, l'attuale sistema ha ancora, di sicuro, una lunga vita davanti a sé. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.