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La pittura napoletana del II Ottocento

Italienisch · Fester Einband

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Filippo Palizzi, fu tra i «padri» del Realismo napoletano assieme ai pittori «di storia» come Morelli, Altamura e Celentano. Dopo il 1860, i toscani daranno vita al movimento dei «Macchiaioli», quale risultato di un processo che escludeva soluzioni di effetti visivi e sentimentali. Nel 1864, si costituirà la Scuola di Resina alla quale aderiranno i pittori: De Gregorio, Rossano, De Nittis, Cecioni, Leto, Lojacono, Campriani e Santoro. Un caso a parte è rappresentato da Mancini e Gemito. La loro permanenza a Parigi negli anni '70 e i contatti con il mercante Goupil saranno all'origine della loro fortuna internazionale. Sul finire del secolo, il colera e il conseguente risanamento urbanistico permetteranno a Migliaro di dipingere la Napoli che di lì a poco sparirà lasciando la pittura di paesaggio alla parentesi artistica di Pratella e Casciaro. Le Esposizioni Universali e la Belle Époque suggerì ai pittori: Scoppetta, Brancaccio e Caputo di soggiornare a Parigi, dando vita ad una colonia italiana in Francia ed una volta assimilatone l'inclinazione artistica, la reimportarono nel Mezzogiorno d'Italia. Territorio che veniva illuminato dall'estro di Irolli.

Produktdetails

Autoren Rosario Caputo
Verlag Di Mauro Franco
 
Sprache Italienisch
Produktform Fester Einband
Erschienen 01.01.2017
 
Seiten 496
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