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Attraverso l'esame di un'ampia testimonianza, il volume critica l'ideologia di Slow Food, associazione fondata da Carlo Petrini nel 1986. Le idee che da pi di vent'anni l'associazione propone in materia di alimentazione, cibo e cultura, sono ormai fin troppo diffuse nell'opinione pubblica e tra le forze politiche italiane. Eppure, il fatto che un movimento come Slow Food ideologicamente antiprogressista, antiscientifico, idolatra delle societ tradizionali, delle piccole comunit stratificate e perenni, dedite a riti e festivit atavici, in cui il posto di ognuno eternamente fisso e immutabile; incurante e ignaro della storia e della realt dei rapporti di produzione, e quindi incapace di vedere le contraddizioni inestricabili e le autentiche finzioni storiche di questa visione intessuta - possa essere oggi considerato, in Italia, "di sinistra", cosa che dovrebbe generare pi di qualche preoccupazione in chiunque. Le posizioni di Slow Food possono essere certamente considerate come uno dei sintomi pi singolari dell'inarrestabile e gravissimo degrado della cultura, della politica e della discussione pubblica nel nostro paese. Il volume si propone, perci, come un contributo a un pi ampio studio di questo degrado, delle sue cause e dei possibili rimedi.