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Il movimento cooperativo è stato uno straordinario fattore di emancipazione sociale, che ha consentito ai ceti subalterni di uscire dalla marginalità e di approdare a una condizione di maggiore benessere. È meno noto il ruolo che le imprese mutualistiche hanno avuto in termini di promozione della donna lavoratrice, di rottura degli stereotipi sessisti e di contrasto del cosiddetto gender gap. Questa ricerca si concentra proprio su questi aspetti, in riferimento alla cooperazione in Romagna, un territorio contraddistinto a livello internazionale dalla massa critica del movimento. L'analisi storica spazia in tutti i settori - agricoltura, edilizia, manifattura, credito, grande distribuzione, servizi sociali e servizi all'impresa e alla persona - e in tutte le culture, storicamente rappresentate dalle tre centrali: Legacoop, Confcooperative, Agci. Nonostante varie difficoltà e resistenze al cambiamento, le cooperative si dimostrarono un soggetto socio-economico ricettivo rispetto alle istanze di genere, certamente molto di più delle imprese private tradizionali o delle imprese pubbliche. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.