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Alessandria, città distaccata, timida, introversa, scostante, appena uscita dalla guerra con ferite profonde, e il calcio come speranza e passione. E poi Milano, la Milano anni Sessanta, non ancora "da bere" eppure già "così vicina all'Europa", rutilante, agra e vivace, motore economico e culturale dell'Italia intera. In queste due città, e in quell'epoca di boom, si svolge la vicenda sofferta, romanzata e bellissima del calciatore italiano più controverso e disincantato, più forte, più bello e più ammirato di tutti: Gianni Rivera il prodigio, il Golden Boy, il polemico, l'abatino, l'eroe di "Italiagermaniaquattroatre". Questo testo cerca di fare giustizia della vita di un vero campione, che ha ricevuto tanta ingratitudine - dalla sua città natale, dai "padroni" del suo Milan, dai suoi tifosi e dagli avversari - ma anche tanti attestati di stima. Due su tutti: il Pallone d'Oro del 1969, primo italiano, e l'ammirazione di Pelé, che disse, alla vigilia della finalissima del '70: "Perderemo di sicuro, perché se Rivera sta in panchina significa che avete 11 giocatori più bravi di lui..." Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.