Esaurito

Saggio sulla negazione. Per un'antropologia linguistica

Italiano · Tascabile

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In ogni momento ricorriamo a una particella grammaticale dimessa e priva di blasone, senza sospettare che nella sua inappariscenza sia all'opera un dispositivo così potente da orchestrare l'intera significazione, e con essa il mondo. Quel connettivo sintattico è il 'non', di portata eguagliabile soltanto all'universale dello scambio, ossia il denaro. È la negazione a separare il pensiero verbale dalle prestazioni cognitive taciturne, come le sensazioni o le immagini mentali. Parlando di ciò che 'non' accade qui e ora o di proprietà 'non' riferibili a un certo oggetto, l'animale umano disattiva l'originaria empatia neurale, prelinguistica, si distanzia dalle prescrizioni del proprio corredo istintuale e accede a una socialità di secondo livello, negoziata e instabile, che istituisce la sfera pubblica. Il parlante infatti impara presto che l'enunciato negativo non è la controfigura linguistica di realtà sgradevoli o sentimenti distruttivi: mentre li rifiuta, dà loro un nome, li include. Effetto di incivilimento sempre esposto ad altre, insorgenti retroazioni antropologiche, secondo Paolo Virno, che sulla costitutiva negatività del linguaggio scrive un saggio-spartiacque. Da una paroletta riesce a dispiegare una inaspettata fenomenologia della coscienza negatrice.

Dettagli sul prodotto

Autori Paolo Virno
Editore Bollati Boringhieri
 
Lingue Italiano
Formato Tascabile
Pubblicazione 01.01.2013
 
Pagine 203
Serie Temi
Bollati Boringhieri
Bollati Boringhieri
Temi
Categoria Scienze umane, arte, musica > Scienze linguistiche e letterarie

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