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Excerpt from Real Museo Borbonico, Vol. 11
Nella sua picciolezza questa tavoletta ha me rito grandissimo, e tra le migliori pitture può mettersi di quel Francesco de Rosa che fu sco laro del Massimo, ma copiò il Guido, e si fece uno stile lodevolissimo, e forse non a bastanza encomiato, tra' maestri della Scuola napolitana. Seppe in fatti disegnar correttamente, imitare il naturale con buona scelta e avvedimento, colorire con esquisita dolcezza, studiare molto le estre mità e dare a'sembianti femminili bellezza ma ravigliosa: de' quali pregi va certamente ornato il presente quadretto. In esso le mani della Ma donnina sono con amore e rara perfezione con dotte; ed il suo volto spira grazia, nobiltà, ma terna tenerezza ed una soavità che innamora. La più bella delle tre nipoti, le quali Pacecco soleva togliere a modello, sola non bastò forse all'opera di si fatta immagine, che non sembra a dir vero cosa mortale.
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