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«Un tissu de révoltes, de séditions et de perfidies». È forse questa l'immagine dell'Impero bizantino che, uscita dalla penna di Montesquieu nel 1734, in quella riflessione sulla caducità degli imperi - quello romano soprattutto - pubblicata col titolo di Considérations sur les causes de la grandeur des Romains et de leur décadence, ha avuto maggior seguito presso i posteri. Emblema delle posizioni illuministiche in materia bizantina essa è stata estesa a tutto il Settecento che, di conseguenza, è diventato il secolo «anti-bizantino» per eccellenza. E dopo Montesquieu Voltaire che, nel 1768, ne Le pyrrhonisme de l'histoire, definì la storia bizantina «l'opprobre de l'esprit humain, comme l'empire grec était l'opprobre de la terre», o ancora, a fine secolo, Edward Gibbon che dalle pagine del Decline and Fall la dichiarava un «tedious and uniform tale of weakness and misery». Ma è veramente tutta l'età dei Lumi un unico attacco compatto a Bisanzio, alle sue manifestazioni politiche, religiose, intellettuali? Come questo volume desidera evidenziare, il panorama appare più complesso e articolato presentando sfumature che smentiscono un quadro omogeneo e uniforme.
List of contents
Contenuto: I primi secoli di Bisanzio nelle Storie della Chiesa e dei Santi Padri - Gli studi eruditi: la riscoperta di Bisanzio - Le perfide figure bizantine di Louis Maimbourg (1610-1686) - Gallicanesimo e mondo bizantino - Considerazioni bizantine in Montesquieu - Voltaire e Bisanzio - L'«Histoire du Bas-Empire» di Le Beau (1701-1778) - Bisanzio in Italia tra erudizione e pubblicistica - L'eredità illuministica: Edward Gibbon e il «Decline and Fall» (1766-1788).
About the author
Elisa Bianco (Venezia 1979) è ricercatrice in Storia moderna presso l'Università dell'Insubria. Nel 2015 ha vinto il John «Bud» Velde Award presso la University of Illinois Urbana-Champaign. Ha curato i volumi A. Gentile Galiani, «Lettere filosofiche» (1780) (2012) e P. Forsskål, «Pensieri sulla libertà civile (1759)» (2012).