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Da una revisione critica dell'idea di prevenzione e dalla proposta di nuove convenzioni linguistiche, è nata una pratica "narrativa" della consultazione psicologica orientata al cambiamento. Le implicazioni di tale posizione teorica restano importanti: 1. Rinuncia a una pratica diagnostica 2. Rinuncia a una scelta di campo "etica" (e privilegio di quella "emica", riguardante cioè le ragioni individuali e non quelle universali e astratte) nei rapporti vis a vis coi ragazzi interlocutori. 3. Possibilità di utilizzare tecniche prodotte da altre teorie in un contesto che comunque ne modifica la struttura in senso narrativo e le unifica nella loro capacità di entrare in sintonia con le attese e le credenze del ragazzo. L'autore ritiene infatti che la posizione diagnostica in ambito di consultazione metta in atto una pericolosa metamorfosi: dall'ascolto dei problemi del ragazzo si passa all'ascolto del ragazzo come problema, che l'unicità della persona e dei suoi problemi vada irrimediabilmente perduta se costretta al vaglio stretto delle diagnosi e delle tipizzazioni. Tutto il libro infine è attraversato implicitamente dalla volontà di incrinare e di scrollare il monumentale apparato di stereotipi sull'adolescenza, sulle sue paure e insicurezze, un apparato costruito in due secoli di storia (non solo della scuola) e funzionale a una riduzione eccessiva, riposante, e troppo poco rischiosa, della complessità del rapporto educativo. Prefazione di A. Salvini e A. Iuduci. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.