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Nel poemetto Kumarjiv, Kunwar Narain espone le sue riflessioni su morte ed esistenza, attaccamento e rinuncia. L¿approccio del Kumarjiv storico al compito di tradurre le scritture buddhiste è tale per cui non va interpretato come il ¿grande uomö incaricato singolarmente di un progetto di traduzione, ma come indice di un evento culturale, la cui forza era proprio la sua diffusione, la mancanza di un¿autorità direttiva centrale. Tuttavia, Kumarjiv così come costruito da Kunwar Narain è un individuo, la cui attività traduttiva è il risultato di una scelta personale, che gli concede una percezione molto profonda dell¿essenza della traduzione: entrare nel mondo dell¿Altro aprendo la porta della lingua è come costruire un sentiero di illuminazione tra due culture. È la celebrazione di una profonda amicizia tra due lingue e culture, senza fusione, senza dominio di una sull¿altra e senza rivendicazioni di perdite o guadagni, solo un incontro festoso. Questa traduzione italiana presenta uno spaccato di un viaggio di traduzione e poesia lungo la Via della Seta della storia. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.