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La rosa sbagliata, opera d¿esordio di Giulia Catricalà, è poemetto che si produce per antifrasi ma quasi invisibilmente e sottovoce, capace di restituire una voce silenziata che si fa simbolo, più che scarto, e che ha per oggetto i luoghi della memoria e lo statuto del ricordo, come stato limbico a precipizio su un tempo immobile. Nel fare residuale di una scrittura epigrammatica, connotata da metafore insolite e folgoranti, tra condensazione del verso e inclusione metafisica si mimetizza la visione del mondo dell¿autrice. Un «archivio d¿ombre», come scrive Mario Fresa nella prefazione, nel quale «la parola si fa sintomo di un altro indefinibile e non più descrivibile, capace, allora, di rendere irriconoscibile il prima e il dopo (e, dunque, le stesse coordinate abituali del ricordo e della sua rielaborazione sotto la spessa forma di una comunicazione ambigua, fantasmatica e irrelata)». Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.