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Due tesi ardite sostengono questo libro di Julia Kristeva - semiologa, scrittrice, grande intellettuale e interprete del disagio dei nostri tempi: la prima è che la "melanconia" degli antichi, la "atra bilis" studiata da Aristotele, da Ippocrate e da Galeno, indagata nel Rinascimento da Marsilio Ficino e immortalata da Dürer, pur restando sostanzialmente la stessa, abbia assunto ai giorni nostri il volto di una malattia riconoscibile: la depressione. La seconda è che quest'ultima, proprio perché sperimenta l'inconsistenza del senso delle cose, sia capace di una trasformazione rivoluzionaria: di cambiare il pensiero e le forme artistiche. Un viaggio affascinante, quello di Julia Kristeva, attraverso la psicoanalisi, la filosofia, l'estetica letteraria, la storia, l'arte. Dopo avere affrontato tre figure della depressione femminile - casi clinici narrati come tre cronache Kristeva si confronta con le storie di quattro grandi artisti, nei quali la malinconia ha prodotto opere di alto valore simbolico, in epoche e contesti differenti: Hans Holbein, Gérard de Nerval, Fédor Dostoevskij e Marguerite Duras. Spaziando dall'idea del sublime a quella di morte, dalla nostalgia al dolore della mente, "Sole nero" costituisce un'indagine sulla sofferenza contemporanea e sui suoi effetti sulla società. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.