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Secondo l'Osservatorio delle Dipendenze e dei Consumi Problematici, il 30% della popolazione è legata al gioco d'azzardo in Argentina, dove 7 persone su 100 sono considerate dipendenti. Altri studi internazionali indicano che mentre un adulto può impiegare 7 anni per trasformare l'abitudine al gioco d'azzardo in consumo problematico, un giovane può impiegare 2 anni.Questo problema è alimentato dall'accesso massiccio alle nuove tecnologie, dagli stereotipi del "successo" legato al denaro veloce e da un clima attuale di immediatezza e di dissociazione di sforzi, scadenze e sostenibilità per raggiungere il successo.Lo scopo di questa ricerca nazionale di portata federale era quello di rendere più visibile e dimensionare il problema del gioco d'azzardo tra gli adolescenti e i giovani; sensibilizzare la società; costruire evidenze empiriche attraverso il metodo scientifico e influenzare la progettazione delle politiche pubbliche.Le conclusioni emerse non sono legate al divertimento, allo svago, alle risate e alla salute mentale che caratterizzano ogni gioco d'azzardo. Se ammala, angoscia, isola, genera ansia, non è un gioco.Il gioco d'azzardo non è un gioco d'azzardo e invita a eliminare la parola gioco da qualsiasi legame con il gioco d'azzardo.
About the author
Martín Romeo: laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Buenos Aires.Constanza Alonso: laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Buenos Aires.Fernando Cabani: Laurea in Servizio sociale presso l'Università di Morón.