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Le istituzioni psichiatriche in Brasile sono state fondate come risultato di un processo di regolamentazione urbana autoritaria, che ha radunato innumerevoli persone per restituirle alla vita sociale in conformità con le politiche igieniste ed eugenetiche del XX secolo. Gli ospedali psichiatrici erano progettati per isolare, controllare e monitorare i loro detenuti, dove i maltrattamenti erano costanti e le morti frequenti. La situazione si è ribaltata solo con l'attuazione della Riforma psichiatrica, che ha concesso la cittadinanza ai disabili mentali e ha aperto le porte del manicomio. Questo processo ha ancora il delicato ruolo di affrontare l'ostilità presente nella popolazione, che considera i disturbi cognitivi come qualcosa di pericoloso o incapace. Ripensare la progettazione di ambienti terapeutici in modo da smontare l'archetipo della clinica psichiatrica è un esempio di come lo studio di questo scenario in Architettura e Urbanistica sia importante per decostruire i paradigmi che legano la follia. Per questo motivo, il lavoro utilizzerà come caso di studio la Fondazione dell'Ospedale di Stato del Minas Gerais (FHEMIG), il primo ospedale psichiatrico fondato nel Minas Gerais, situato nella città di Barbacena.
About the author
Sarah è un architetto e urbanista laureato presso l'Università Federale di São João del Rei (UFSJ), Brasile. Ha ricevuto una borsa di studio dal programma Scienza senza frontiere e ha studiato anche presso l'Università di Newcastle in Australia. Attualmente è studentessa di master presso il Programma post-laurea in ambiente costruito (PROAC) dell'Università federale di Juiz de Fora (UFJF).
