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Platone espone la sua concezione della polis principalmente nella Repubblica e nelle Leggi, ma anche nel Timeo, nel Crizia e nel Politico. Nell'insieme di questi dialoghi, il filosofo espone i due sensi della polis. Il primo senso è la città come regno costituito dalla politeia e dal nomos. Questi unificano gli individui in uno Stato, cioè la città come unità giuridico-politico-sociale plasmata dall'interrelazione tra il cittadino e lo Stato. Il secondo senso è quello della polis come forma architettonica-urbana. Essa si configura come abitata da uomini uniti da vincoli di razza e di famiglia, da costumi e da bisogni naturali che vengono soddisfatti nella cooperazione tra l'individuo e lo Stato. Nell'indagare la concezione platonica della città, è necessario tenere presenti questi due modi di essere della città, poiché entrambi sono reciprocamente intrecciati. Solo in questa unità possiamo capire che cos'è la polis platonica, e in questo articolo analizziamo solo il secondo senso, cioè il significato architettonico-urbanistico della polis platonica. Per questo motivo, presentiamo solo i fondamenti della rappresentazione e del significato della polis platonica.
About the author
Obed DelfínMagister Scientiarum en philosophie, Universidad Central de Venezuela.Licence en philosophie, Universidad Central de Venezuela. Architecte, Université centrale du Venezuela. Directeur général de Consultoría y Asesoría Filosófica COASFI. Chargé de cours à l'université : université José María Vargas. Publications imprimées : La polis de Platón.