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Per molti, diventare immigrati provoca un vero e proprio sconvolgimento psicologico, nonché un periodo di crisi d'identità e persino di maturazione psicologica. L'esercizio del diritto d'asilo è in crisi a causa delle tortuose procedure amministrative. Nessuno contesta il controllo razionale dell'immigrazione da parte di una burocrazia che valorizza l'efficienza e la razionalità. In effetti, l'ottenimento della protezione internazionale è in gran parte una questione di prove che ogni persona deve fornire e portare per dimostrare alle autorità amministrative la realtà, ad esempio, della persecuzione subita. Ricordare gli eventi diventa un assoluto. Quando il rifugiato è traumatizzato, sottoporlo a questo processo di ingiunzione risveglia l'immemorabile e il dolore. E dopo, quale servizio psicologico si prenderà cura di lui o lo aiuterà? L'attuale deriva politica, il cui discorso induce una richiesta di prove rispetto alle condizioni traumatiche, avrebbe l'equivalenza psichica, nel paziente, del bisogno di essere malato, e di rimanere tale. L'angoscia che si radica nel suo corpo è qui esacerbata dall'attesa ansiosa dei "documenti" perché il contesto è giudiziario.
About the author
Psy Miruho Cirhuza Romuald, sacerdote ricercatore in psicologia clinica in Italia con orientamento psico-spirituale. Oltre alla laurea in filosofia e teologia, ha conseguito una laurea in psicologia clinica e un master in diritto internazionale delle migrazioni. È inoltre specializzato in neuropsicologia clinica.
