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Il reclutamento è un compito ansiogeno e difficile per l'azienda a causa dell'ampia varietà di parametri da prendere in considerazione e della quantità di rischi che comporta. La maggior parte delle organizzazioni non si accontenta più di una semplice valutazione oggettiva delle prestazioni e ricorre quindi a strumenti predittivi come i test di personalità per tenere conto degli aspetti non cognitivi della personalità. Lo scopo di questo studio è esaminare, in una situazione di selezione, le differenze tra l'autovalutazione della personalità del candidato e l'eterovalutazione del selezionatore dei cinque fattori descritti dal modello Big Five (nevroticismo / introversione / apertura all'esperienza / gradevolezza / coscienziosità). In particolare, si evidenzia l'impatto significativo del tempo del colloquio sul riconoscimento della personalità del candidato. Un colloquio prolungato permette al selezionatore di avere una percezione più raffinata del candidato, che quindi produce una valutazione più in linea con quella espressa dal candidato.
About the author
Mehdi Fessard and Pierre-Edouard Wilmes are students in Work and Human Resources Psychology at the University of Paris-Nanterre. Under the supervision of Jean-Luc Mogenet, co-creator of the D5D personality test, they are interested in psychometric tests in the context of recruitment.
