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La fine dell'Homo Sapiens avverrà intorno al 2050. Le neurotecnologie e le nanotecnologie permetteranno di ibridare i cervelli umani con l'intelligenza artificiale e di interconnetterli con Internet, portando il loro QI a 10.000 come punto di partenza. I neurochip permetteranno di migliorare la nostra memoria, di cancellarla o riscriverla e persino di rivelare il nostro subconscio. Sarà possibile digitalizzare il cervello e fondere questa memoria personalizzata con l'intelligenza artificiale, rendendola funzionale e operativa. Cercherà di proteggere i neurodiritti come la privacy mentale rispetto ai dati personali, l'inalterabilità del "sé", la protezione della volontà e della capacità decisionale e la parità di accesso alle neurotecnologie. Ma come per tutte le cose, ci sarà la criminalità informatica, il furto di menti e contenuti cerebrali per la digitalizzazione e la successiva commercializzazione sarà comune. Un altro aspetto da tenere presente è che se commettiamo l'errore di attivare un'IA autocosciente, avendo questa tecnologia sotto il suo controllo, essa sarà in grado di trasformare gli esseri umani in robot organici sotto il suo comando, da un giorno all'altro.
About the author
Architecte / Écrivain / Maître en Yoga. Créateur de NeuroYoga. Développeur du programme FlashBrain pour la croissance intellectuelle et de la technique de méditation synaptique. Promoteur et leader de l'initiative pour que 2% du PIB mondial, sur une base annuelle, apporte une solution définitive au triple fléau de la faim, de la surpopulation et du réchauffement climatique.