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Questo libro affronta una questione di interesse vitale per l'Africa occidentale: la gestione di un fiume internazionale. La prima parte rivela il contrasto dei diversi regimi che il bacino del Niger ha sperimentato. Il regime di lege ferenda del bacino del Niger, per il quale la sopravvivenza dei vecchi regimi di Berlino (1885) e Saint-Germain-en-Laye (1919) sembra dubbia, si allinea al modello di gestione di fiumi come il Congo e il Senegal. Il nuovo regime è dominato da una Carta dell'acqua, adottata il 30 aprile 2008, che determina i diritti e i doveri relativi dei nove stati sull'uso ragionevole ed equo del bacino. Ad oggi, questo trattato internazionale ha quattro allegati che si aggiungono ad esso per formare il corpus iuris di gestione del detto fiume. Per garantire questa gestione integrata, un'organizzazione internazionale sotto forma di organismo di bacino è stata creata nel 1964 (Commissione del bacino del Niger), e nel 1980 è diventata l'Autorità del bacino del Niger, incaricata di promuovere un quadro di cooperazione tra gli Stati interessati. Per rafforzare questo quadro istituzionale, ogni Stato si sforza di creare strutture nazionali per la gestione dei fiumi.