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Anni di tentativi ed errori hanno prodotto una serie di strumenti e strategie di gestione sviluppati senza la conoscenza di una mentalità virtuale in atto, applicando piuttosto la forza fisica diretta per ottenere il rispetto degli animali. Osservazioni recenti indicano una componente virtuale alla base di tutto il comportamento animale che gli strumenti servono solo a innescare, rappresentando una misura di intervento fisiologico piuttosto che fisico, sfruttando i tratti comportamentali degli animali, in particolare il sospetto di qualsiasi cosa nuova per formattare e mantenere un confine virtuale. La comprensione delle dinamiche di questo approccio innovativo ha indicato un potenziale positivo a lungo termine per aumentare significativamente la repellenza, che dura più a lungo dell'intervento fisico, con un impatto su aree più ampie (gruppi di colture piuttosto che singole colture), richiedendo uno sforzo significativamente minore da applicare mentre si genera la coesistenza uomo/fauna selvatica - confini piuttosto stabiliti nella mentalità degli animali. La comprensione e lo sviluppo di questa ipotesi permette di migliorare le strategie di gestione della fauna selvatica per il futuro, fornendo pratiche di "gestione intelligente" sia per la cattura che per la gestione della HWC.
About the author
Zimbabwean by birth, schooled in Mutare, I was destined to never achieve anything until my mother¿s prayers intervened. My eyes were opened, and I instantly changed, slowly clawing my way back to recognition in my field of wildlife management strategies and tools concerning capture and HWC (human-wildlife conflict).
