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L'obiettivo generale del libro è analizzare se i disegni di legge 3.842/12, 2.464/2015, 432/13 e 6.442/16, che trattano del lavoro in condizioni analoghe alla schiavitù e del lavoro rurale, sono conformi al principio del divieto di regressione sociale e, di conseguenza, se dimostrano un progresso o una regressione sociale per il Brasile. Questo perché la schiavitù è una pratica sociale fin dall'antichità, ma nonostante tutti gli sviluppi legislativi e politici per combatterla, questa violazione si perpetua. In questo senso, i diritti fondamentali sono centrali per uno Stato di diritto democratico e, insieme ai principi costituzionali, fungono da vettori interpretativi per tutte le sfere dell'ordinamento giuridico, e in questa logica di protezione del soggetto e di limitazione dello Stato, sorge il principio del divieto di regressione sociale, secondo il quale il legislatore ordinario non può revocare o limitare le prestazioni legate ai diritti sociali protetti nella Costituzione, a meno che non ci sia una giustificazione proporzionale e siano concesse misure compensative.
About the author
Dottorando in Storia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Lisbona. Avvocato. Membro della Commissione della donna avvocato (CMA - OAB/PA). Co-fondatore di Projete-se, Consultoria Académica. Coordinatore del gruppo di ricerca Genere e Giustizia - prospettive interdisciplinari. Master in diritto con enfasi sui diritti umani dell'UFPA.