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"Bellezza è una parola pesante. È una parola di grandi conseguenze. Oggi viene usata con leggerezza - del tempo, di un sorriso, di un vestito da sera o della foggia di una scarpa, di un braccialetto, di un giardino, di un sillogismo; bello serve da sinonimo di buono o grazioso o piacevole o simpatico o attraente o interessante. Ma la bellezza non ha niente a che fare con questo. È molto di più. È molto rara. È una forza. È un rapimento. Non è una figura retorica quando la gente dice che ti toglie il respiro; in certi casi può darti la stessa scossa soffocante di quando ti tuffi nell'acqua gelata. (...) Zurbarán dipinse alcuni quadri, non particolarmente considerevoli per proporzioni o per importanza di soggetto, che secondo me posseggono una rara e commovente bellezza, e di questi mi propongo ora di parlare." Pubblicato nel 1952 all'interno di una raccolta di saggi a tutt'oggi inedita in Italia, questo breve testo di W. Somerset Maugham su Zurbarán è uno straordinario esempio di intuizione letteraria applicata a un pittore che era stato da poco riscoperto. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.