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Il tema della prostituzione è diventato sempre più rilevante negli ultimi anni sia per il ruolo assunto dai nuovi processi migratori e sia per le condizioni di asservimento e di brutalizzazione delle giovani vittime. Dove il lavoro sessuale è proibito, le lavoratrici del sesso sono costrette a lavorare in luoghi isolati e nascosti e senza la capacità di organizzare e negoziare i termini delle loro condizioni di lavoro. Quando il lavoro sessuale viene criminalizzato (inclusi i clienti), i lavoratori del sesso di tutte le età, razze, classi e generi sono danneggiati. La regolamentazione del fenomeno, oltre a generare un importante gettito fiscale per lo Stato, ha una ragione nella possibilità di fare luce meglio sui casi di sfruttamento, separando il mercato di chi vuole fare liberamente il lavoro sessuale e dal mercato criminale della tratta e dello sfruttamento sessuale. Ma all'intervento del legislatore è necessario che si affianchi un percorso educativo-formativo che faccia maturare nella società una posizione politica ed un approccio culturale condiviso sul tema, che tuteli i diritti di tutte le donne, anche quelle che nelle attività sessuali vogliono autodeterminarsi.
About the author
Pietro David è ricercatore in Economia Applicata presso l'IBAM-CNR di Catania e docente in Economia Politica presso il DICAM dell'Università di Messina. Collabora con LaVoce.info ed è autore di numerose pubblicazioni tra le quali L'economia dei beni confiscati (con F. Ofria), Franco Angeli,2014 e La Grillonomics (con M. Centorrino), Rubettino,2013.
