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Inizia tutto su un pianerottolo, la notte in cui Giulia, quarant'anni e nessun istinto materno, inciampa in Rebecca, quasi nove anni: la figlia della nuova vicina. Tra i fumi dell'alcol, Giulia decide di dare ospitalità alla piccola. Salvo poi, ogni volta che la bimba resta misteriosamente a casa senza la madre, rimanere invischiata in sessioni di fiabe da raccontarle: da Cenerentola a Pollicino, da Raperonzolo alla Sirenetta, purché siano sempre le versioni originali. Quelle di Perrault, dei Grimm e di Andersen, dove i ranocchi si trasformano in principi solo se li lanci contro un muro, e non sono certo i baci a risvegliare le più belle del reame. Le stesse "fiabe vere" che, a scuola, Rebecca racconta per far colpo sui compagni di classe. Salvo poi inciampare nelle temibili bimbe della Gilda del Cerchietto, pronte a screditarla con le versioni edulcorate della Disney. La verità, infatti, costa cara. E non solo perché nella realtà i principi azzurri che ti salvano su un cavallo bianco non esistono, anche se Giulia, grazie a Rebecca, forse troverà l'uomo giusto. Ma anche perché in ogni storia si nasconde un cattivo. E per sconfiggerlo le parole non bastano. Un'amicizia che nasce da un inciampo e da una mamma che scompare di notte. Un'amicizia che si trasforma in qualcosa di vero. Perché l'uomo nero può essere ovunque, e anche un pianerottolo può diventare famiglia.