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Un libro spigoloso, crudele, che mostra l'amore al tempo del consumo. In questa raccolta di racconti la bellezza dei mondi interiori si mostra fragile, di fronte alle crudelt delle esistenze che vagano alla costante ricerca di un abbraccio, di un bacio, un sorriso. Quando leggiamo Monica Dini tutto ci sembra nostro e cos le gioie, le paure, i disastri e i successi, si mescolano in un unico fuoco. Le donne sono fragili, ma anche solitarie lungo un paesaggio umano che non vede altre esistenze in vita. Gli uomini, nudi, carne mobile, tentano di essere riparatori di tremende ferite. Sono loro le protagoniste, nel bene e nel male, come lei che si racconta: "Ormai era tardi per tornare indietro. Sapeva di una stalla abbandonata. Segu il sentiero di destra e la raggiunse. Su un lato della costruzione c'era una mangiatoia scavata in un grande tronco. Stava al riparo sotto una grondaia di lamiera. Apr lo zaino e butt il sacco a pelo nella mangiatoia. Avrebbe dormito l, a giorno sarebbe tornata a casa. Nessuno avrebbe mai saputo niente. Poi pianse senza rumore come il fondersi del ghiaccio. Pianse per le sue illusioni e per quelle dei suoi figli. Per le umiliazioni. Per l'ingenuit."