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L'oggetto di questo saggio sulla Seconda Guerra Mondiale e sulla Resistenza armata in Italia è il racconto che viene "inventato" per narrare gli eventi passati o la memoria selettiva. Si tratta di uno studio su storia e memoria e sul modo in cui funzionano e sono trasmesse. Basandosi sull'analisi di fonti disparate come le riviste storiche divulgative, le immagini fotografiche e documenti alleati e tedeschi, esso osserva le discrepanze tra i fatti (storia) e la loro narrazione (memoria). Inoltre studia come sono narrati i fatti, come si ricorda e si dimentica, chi è il narratore (testimoni, seconda generazione, collettività) e come ciò influisce sul racconto tramandato. Il testo tenta di capire se c'è una ragione per la forma narrativa scelta e quale potrebbe essere. Prendendo spunto dal funzionamento psicologico della memoria individuale, esso osserva la memoria collettiva e come, nel dopoguerra, l'Italia narrandosi "sceglie" o "inventa" una memoria che le dia una nuova identità.
List of contents
Dal contenuto: La memoria e la sua forma - L'immagine della resistenza nelle riviste - L'immagine del partigiano nelle fotografie - Gli alleati ed il loro giudizio sui partigiani - I tedeschi ed il loro guidizio sui partigiani.
About the author
L'autrice: Cecilia Winterhalter è una storica contemporanea interessata alla storia sociale e alla storia delle mentalità. Le sue ricerche si concentrano sulla costruzione di identità tramite la memoria selettiva (Seconda Guerra Mondiale), tramite il cibo e la religione. Nata a Seattle, completa i suoi studi in storia, storia dell'arte e letteratura inglese all'Università di Basilea. Parallelamente a diversi impieghi, fra cui l'attività presso il Ministero della Cultura Svizzero e la casa d'aste Christie's, nel 2000 ottiene il dottorato in storia e civiltà all'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Al momento è una ricercatrice indipendente e lavora come consulente per la formazione dello staff e come traduttrice.