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L opera megastenica segna uno spartiacque nel genere etnografico greco. Gli Indikà infatti per la prima volta coagulano un insieme di interessi che legittimano tradizioni, saperi e conoscenze estranei al mondo greco-ellenistico; il mondo mediterraneo fino ad allora aveva rappresentato il solo parametro culturale valido con cui i Greci graduavano i rapporti di alterità con gli altri popoli specie quelli che - come gli Indiani - erano collocati ai margini del mondo da loro conosciuto. La novità di questo testo consiste proprio nella sua capacità di considerare, invece, come legittime tradizioni tipiche di un universo altro rispetto a quello mediterraneo, conferendo anzi ad esso pari dignità, sia sul piano culturale sia su quello più propriamente ontologico. Insieme di novità, peraltro, che sembrano leggersi nel testo del diplomatico come sistematici e puntuali richiami di indirizzo per il giovane Impero seleucide che Megastene, come ambasciatore, aveva rappresentato presso la potente corte maurya di Candragupta. Testo dunque il cui fascino pare costituito dal continuo gioco di riflessi e di legittimazioni culturali tra le due civiltà e tra i due imperi che in esso si rispecchiano.
About the author
Ha conseguito il dottorato di ricerca in Studi di Antichità, Medioevo e Rinascimento presso l'Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze (SUM) sotto la guida del professor Andrea Zambrini; insegna nelle scuole superiori e collabora con riviste scientifiche e di settore; si occupa di geografia antica e di rapporti geo-culturali Oriente/Occidente.