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Alle soglie della Grande Guerra, il giovane Enrico Mreule, grecista e filosofo, s'imbarca per il Sudamerica e va a fare il gaucho in Patagonia, dove sparisce nell'anonimato e nella solitudine. Abbandona la sua Gorizia ancora absburgica, con il suo mosaico di culture diverse, e tra la fuga e il ritorno, fra la caduta dell'impero e le tragedie della seconda guerra mondiale e del comunismo, tra i grandi spazi d'oltreoceano e il caparbio ritiro immobile su uno scoglio dell'Adriatico, la sua esistenza si consuma interiormente in un'ansia di perfezione che la conduce al nulla, si brucia per troppa luce e si chiude in un acre e nostalgico diniego. In una narrazione asciutta e tagliente, scandita dall'incalzare dei fatti e affidata a una scrittura epica ed essenziale, Magris racconta la storia di un amore per la vita che approda all'impossibilità di vivere, una parabola che si richiama all'odissea di altri grandi fuggiaschi della letteratura e della cultura moderna.
About the author
Claudio Magris, geb. 1939 in Triest, lehrt deutsche Literatur in Triest. 2005 erhielt er den Österreichischen Staatspreis für Europäische Literatur sowie 2008 den Kythera-Preis. 2009 wurde Claudio Magris mit dem Friedenspreis des Deutschen Buchhandels ausgezeichnet, 2010 bekam er den Europäischen Essay-Preis Charles Veillon. Im Jahr 2014 erhielt er den FIL-Preis für romanische Literatur, der als eine der wichtigsten Auszeichnungen im lateinamerikanischen Raum gilt.