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Occhialuto, emaciato, con difficoltà a relazionarsi con gli altri, se è un uomo. Se donna, anche racchia e un po' snob. È una caricatura del lettore abituale, certo, ma molto resistente. Un'immagine distorta dovuta al fatto che il "lettore forte", come l'Istat definisce chi legge almeno un libro al mese, è una persona che non fa parte della maggioranza degli italiani, è fuori dalla "norma". Il lettore italiano risponde al profilo medio di un giovane dei centri urbani, sotto i 34 anni, che gode di un certo benessere e fra gli obiettivi di vita ha il miglioramento professionale e culturale. La maggior parte è donna. Poi ci sono 20 milioni di italiani che non leggono libri e fra i non lettori assoluti (né di libri né di giornali) spiccano gli uomini adulti. Perché? Perché nella società italiana si sono affermati valori e stili di vita che evidentemente non riconoscono alla cultura, in particolare quella scritta, un ruolo di primo piano. Le iniziative di promozione del libro sono tante e diffuse sul territorio, basti pensare al Manifesto per la lettura nato nel 2008 grazie all'alleanza fra editori, librai, biblioteche e insegnanti. Ma ancora c'è molto da fare: da una maggiore attenzione al pubblico più giovane allo spostamento del target per la promozione dai cosiddetti lettori "forti" a quelli "medi", dal sostegno a scuole e biblioteche al ruolo delle librerie. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.