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Il più americano dei registi francesi: così era definito in patria Jean-Pierre Melville all'inizio degli anni Sessanta, quando aveva già diretto otto film e la Nouvelle Vague dettava le regole del nuovo cinema. I suoi film, che diventeranno tredici prima della sua scomparsa, nel 1973 a cinquantasei anni, sono sospesi in un limbo che non si identifica né con il cinema dell'innovazione né con quello della tradizione. Ispirati alla narrativa e al cinema americani classici, che amava appassionatamente fin da bambino, raccontano di antieroi silenziosi e solitari, banditi, poliziotti, uomini della Resistenza, tutti consapevoli del destino che li aspetta e attaccati a un codice d'onore ormai al tramonto. Alain Delon, Jean-Paul Belmondo, Lino Ventura, Simone Signoret danno voce e corpo a un'odissea sotterranea e notturna, della quale il noir, il genere nel quale fu maestro, è l'espressione più efficace. Melville ha fatto scuola: in Francia, nella narrativa e nel cinema polizieschi contemporanei, ma anche in Oriente e in America, dove John Woo e Quentin Tarantino non hanno mai nascosto i debiti nei suoi confronti. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.