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Excerpt from Ancora Cecco d'Ascoli e Dante: Un Processo Che Dura da 580 Anni
Francesco Stabili, pm noto sotto l'appellativo di Cecco d'ascoli, astrologo e poeta, maestro dapprima allo studio bolognese e poi accolto onorevolmente alla corte del Duca di Calabria, in arso in Firenze, per crimine di eresia, il 16 settembre 1327, in virtù di sentenza della Santa Inquisizione. Fra i contemporanei di Dante, esso ci appare come una delle figure più degne di considerazione, non tanto per la pietà. Della fine violenta, quanto per i rapporti che ebbe col sommo Fiorentino, con Cino da Pistoia, con Francesco Petrarca e per la fama universale che circondò il suo nome in vita e dopo la tragica morte. Fra le vit time del furore teologico va segnalato per alterezza di carattere e per coraggio eroico nel confermare le sue dottrine dinanzi ai giudici e a pie' del patibolo. Si apprende, infatti, dal processo che egli avrebbe potuto salvarsi, pur che avesse corretto e riprovato una parte delle sue credenze o de' suoi libri; il che gli sembrò sconveniente alla di gnità. Di uomo libero e di filosofo; e andò incontro all'eccidio ripetendo alto e fino all' ultimo, per ciascuna delle imputazioni che gli erano fatte: ho detto, l'ho insegnato e lo credo!
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